Clima: I record del 2018 (ita) - 14.01.2019

Anno eccezionale per temperature e precipitazioni, il 2018 supera i vecchi primati in Valle d'Aosta e guadagna i primi posti in Italia e in Europa.

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Come di consueto, a gennaio, i siti più importanti di climatologia pubblicano i dati relativi all'andamento dell'anno appena trascorso a livello nazionale e internazionale.

Il tam tam generale è che il 2018 sia il quarto anno più caldo a livello mondiale da sempre e il più caldo in Europa, in Italia e in Valle d’Aosta. Lo dicono rispettivamente i report diffusi dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), quelli di Copernicus, il programma di osservazione della Terra gestito dall’Unione Europea tramite il Centro Europeo per le previsioni Meteorologiche a Medio termine (European Center for Medium-Range Weather Forecast, ECMWF), i dati pubblicati dal CNR-ISAC per l’Italia e la rete meteorologica valdostana.


A livello mondiale il NOAA, negli Stati Uniti, evidenzia un aumento di 0,77 gradi della temperature media della Terra e degli oceani rispetto alla media del XX secolo; Copernicus in Europa segnala come negli ultimi 5 anni la temperatura media dell’aria superficiale sia stata superiore di 1,1° C rispetto all’età preindustriale e assegna il primato al 2018 con 0,4° C in più rispetto alla media osservata nel periodo 1981-2010. Infine il CNR -ISAC decreta l'anno passato come il più caldo dal 1800 in Italia. 

In linea con le conclusioni tratte a livello internazionale e nazionale, il 2018 segna diversi primati anche in Valle d'Aosta sia per quanto riguarda le temperature, sia per quanto concerne le precipitazioni, i due valori più indicativi dal punto di vista climatologico.

L'anno passato è stato il più caldo degli ultimi 40 anni con temperature medie molto spesso al di sopra dei valori normali. A Saint-Christophe come a Issime, sebbene con minore evidenza nella località di bassa valle, i termometri hanno registrato numeri oltre la media, soprattutto per quanto concerne le massime, nei mesi di gennaio e di aprile, tra fine ottobre e novembre e a dicembre; fa eccezione soltanto un breve intervallo più freddo, tra fine febbraio e inizio marzo per l'incursione del Burian.

     


Per tutto l’anno e a tutte le quote le statistiche collocano il 2018 al primo posto con lo scarto di almeno 1°C in più rispetto alle medie degli ultimi dieci anni.



La temperatura più alta è stata registrata a Saint-Christophe, il 31 luglio con il termometro che ha raggiunto i 36,5° C; ancora più interessante osservare che a Donnas si sono ripetute nell'estate ben 22 notti tropicali, con temperature uguali o superiori a 20°C. 5 quelle di Aosta (Vedi i giorni più per ulteriori curiosità).

Anche per quanto concerne le precipitazioni l’anno passato ha registrato alcuni eventi di particolare rilievo che gli hanno consegnato, se non il primato, almeno uno dei primi posti in classifica dietro al 2000 e al 2002 e al 2008. 

Un primo evento, la seconda settimana di gennaio ha portato grandi quantità di neve, soprattutto nelle aree di confine. Tutte le vallate laterali, da Courmayeur alla Valle del Lys, da Cogne al Gran San Bernardo sono state allertate per neve, i bollettini di allerta, intorno al 9-10 gennaio, erano colorati di rosso per il rischio valanghe. Basti pensare che la neve al suolo rilevata in questo periodo dagli strumenti di misura nel gennaio dell'anno scorso era pari a 2,40 m a Cervinia, a 1,80 m a Gressoney-La-Trinité e a circa 90 cm a Cogne. 


Grandi quantitativi di neve sono stati stoccati al suolo a garanzia di una ricca stagione sciistica e di una buona riserva di risorsa idrica… altro che l’inizio del 2019 i cui valori, al momento, sono preoccupanti (Cervinia 60 cm; Gressoney 5-10 cm; Cogne 20 cm)!

Un secondo evento eccezionale, lo stesso che ha sconquassato l’intera Italia, è quello registrato tra fine ottobre e inizio novembre, proprio dopo un periodo molto secco che stava riportando nella norma i valori annui. A cavallo tra le feste di Ognissanti, piogge forti e persistenti sono scese sulla Valle d'Aosta, accompagnate da folate che a tratti e in alcuni luoghi hanno raggiunto i 200 km/h. Seppure senza piegare intere foreste come accaduto nel nordest devastato dalla perturbazione "ciclonica" di quei giorni anche in Regione si sono contati danni alle coperture di case, magazzini e serre e sono stati necessari interventi per rimuovere le piante finite sulle strade. L’evento ha attivato in Valle d’Aosta, come nel resto d'Italia, il sistema di Protezione civile entrato in allerta gialla per il rischio di episodi quali frane, colate e dissesti e per il monitoraggio della Dora Baltea che, pur senza creare criticità, ha richiesto un attento monitoraggio dei livelli idraulici molto vicini al rischio di esondazione.

Tutte le stazioni, Aosta, Gressoney, Pontboset e Rhêmes evidenziano come questi due episodi abbiano reso il 2018 un anno caratterizzato da precipitazioni abbondanti, largamente sopra la media: a giugno, si ricorda, scrivevamo che erano già stati raggiunti i quantitativi di pioggia caduti nell’intero 2017. Come evidenziato nel grafico in basso (uno dei possibili tra cui scegliere), le nevicate eccezionali di inizio anno e le piogge di novembre hanno superato di molto le medie delle precipitazioni registrate dal 1917, raggiungendo a tratti i livelli massimi.



Tirate le somme per l’anno passato, non resta che tenere sotto controllo il 2019, iniziato con temperature alte, tanto vento, protagonista anche oggi, e poca, poca neve: come segnalato dal settore cambiamenti climatici dell'ARPA, tra dicembre 2018 e gennaio 2019 la copertura nevosa e i quantitativi di neve sono scesi significativamente sotto la media degli ultimi 16 anni!

 

    



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