La Valle d'Aosta nel rapporto ISPRA 2018 (ita) - 29.07.2018

Il rischio idrogeologico nella nostra regione è presente, ma può essere arginato attraverso atteggiamenti e comportamenti consapevoli.

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L’Ispra , l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha pubblicato nei giorni scorsi il secondo rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia.

Il documento descrive in modo aggiornato il quadro sulla pericolosità delle frane e delle alluvioni sull’intero territorio nazionale e in merito ad alcuni indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali.

Riguardo al capitolo frane, a partire dalle informazioni contenute nei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) di regioni e province, esso delinea un’Italia in cui circa il 20% dell’intero territorio presenta aree a pericolosità di frana e aree di attenzione.

Il documento mette in evidenza le regioni che presentano le maggiori superfici a pericolosità elevata P3 e molto elevata P4 includendo Toscana, Emilia Romagna, Campania, Abruzzo, Lombardia e Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta.

Per quanto concerne la percentuale di aree franose (P3+P4) messe in relazione al territorio complessivo le regioni più in alto nella classifica sono la Valle d’Aosta, la provincia di Trento, la Campania, il Molise, l’Abruzzo, l’Emilia Romagna e la Liguria.

In merito al livello di pericolosità idraulica, invece, in ragione delle informazioni ottenute dalle Autorità di bacino Distrettuali e usando la scala a tre scenari di cui al D.Lgs 49/2010, le aree a pericolosità elevata (tempo di ritorno tra i 20 e i 50 anni) in Italia risultano 12.405 km², quelle a pericolosità media (tra i 100 e 200 anni) sono pari a 25.938 km² e quelle a pericolosità bassa (scarsa probabilità o eventi estremi) interessano 32.961 km².

Primato per la maggiore percentuale di aree a rischio di inondazione e alluvione all’Emilia-Romagna, seguita da Toscana, Lombardia e Piemonte.

La Valle d’Aosta si colloca al 5 posto per il pericolo legato ad eventi con tempo di ritorno tra i 100 e i 200 anni, ma è senza dubbio la prima per la problematica frana, con circa l’80% dell’intero territorio rappresentato da aree a rischio P3 e P4: nella nostra regione, infatti, 2.671,7 km² (circa l’82%)  presentano aree a pericolosità elevata e molto elevata su una superficie di circa 3.261 km² complessiva.


Il rapporto diventa a questo punto occasione per riflettere sull’importanza di prendere coscienza del territorio in cui si vive, dei pericoli che esso cela e dei rischi a cui gli individui possono essere esposti più o meno consapevolmente. 

Il Centro funzionale da anni lavora a progetti di prevenzione, nelle scuole, con gruppi mirati di persone (giornalisti, operatori turistci, ecc.) proprio allo scopo di rendere più consapevoli i valdostani riguardo al senso di strumenti di pianificazione territoriale che pongono vincoli e regolamentano l'uso del territorio per prevenire sciagure, riguardo all’importanza di adottare comportamenti adeguati in caso di eventi. Conoscere è in assoluto il modo più efficace per autoproteggersi.


 




(ita)