Temporali: bestia nera (ita) - 02.08.2017

La previsione di temporali è così difficile?

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La comunità scientifica, ma oramai anche gli amministratori e i cittadini stessi, sanno che la previsione dei temporali e dei relativi danni è "una bestia nera” per gli addetti ai lavori.

Per rendere l’idea è possibile immaginare che, come il cuoco, il meteorologo stia guardando una pentola che bolle. Egli, con i suoi strumenti, può capire che si attiva una fiamma che farà "ribollire” l’aria – provocando quindi temporali – ma non è in grado di capire esattamente dove e in quale preciso momento nascerà la prossima bolla, quanto sarà grande e con quale velocità salirà. (La foto di Riccardo Criseo sul cielo di Verbania, estratta da facebook, mostra lo stesso cumulonembo che è transitato ieri sulla Valle d'Aosta).

Fuor di metafora, si tratta infatti di fenomeni poco predicibili nella loro collocazione sia nello spazio che nel tempo, oltre che nell’intensità dei venti che ad essi possono essere associati. E’ quindi possibile dire che ci sono i fattori predisponenti allo sviluppo di temporali di una certa intensità in un certo lasso di tempo, ma non sappiamo né dove né quando si svilupperanno.

I temporali di questi giorni, infatti, erano previsti sotto forma di segnalazione – vedi bollettini meteo e di criticità - mentre la loro intensità e la velocità dei venti ad essi associati rimaneva e rimane un’incognita. 

Ma quand’è che una "segnalazione” diventa "avviso di protezione civile”?

Viene emesso un avviso quando già a livello modellistico ci sono una serie di indicatori di forte instabilità atmosferica, di velocità verticali significative e di intensità di pioggia sopra i 30-50 mm e quando vi è in generale un’alta probabilità che si verifichino temporali di tale natura, su aree estese della regione. E anche in tali situazioni può capitare che non si verifichino poi i fenomeni.
In questi giorni non vi erano comunque tali condizioni: a titolo di esempio le intensità di pioggia a livello previsionale (ma anche quelle osservate) non superavano i 10-20 mm/12h. 

E quindi perché tutti questi effetti e danni?

Perché come sopra detto, pur prevedendo gli eventi, molto era invece impredicibile: ovviamente che i 10 mm di pioggia cadano in un’ora o in dieci minuti e che al temporale siano accompagnate raffiche di vento a 50 o a 100 km/h (questo non è dato saperlo in anticipo) può cambiare di molto gli effetti che essi andranno a produrre.

E allora perché non inserire anche i fenomeni con le caratteristiche da "segnalazione” tra quelli contemplati negli "avvisi di protezione civile”?

Perché tali condizioni possono verificarsi in una qualche località della nostra Regione (ma in generale ciò vale per tutto l’arco alpino) tutti i giorni da inizio giugno a fine settembre. Un avviso di protezione civile di tale natura emanato quasi quotidianamente innescherebbe l’effetto di "al lupo al lupo” e finirebbe nel tempo per essere interpretato come "tutto nella norma” vanificando ogni misura di prevenzione possibile o di "attenzione” in quelle situazioni in cui vi è una maggior probabilità che si verifichino danni.

E quindi cosa si può fare per prevenire quanto più possibile i danni?

Difficilmente una serie di danni potranno essere evitati, ma la salvaguardia delle vite umane, in primis, può essere possibile diffondendo la cultura dell’informazione e della prevenzione. 

Per questo è fondamentale tenersi sempre aggiornati su quali siano le condizioni meteo previste, anche in assenza di avvisi di protezione civile, e cercare di adottare gli opportuni comportamenti di autoprotezione possibili, non soltanto quando pianifichiamo una bella gita in montagna (preparare un corretto equipaggiamento in relazione alle condizioni meteo, arrivare nelle prime ore del pomeriggio alla nostra destinazione finale, perché poi si possono sviluppare temporali di calore e, perché no, saper anche rinunciare ad una gita visto che l’estate ci offre tante iniziative interessanti), ma anche nella vita di tutti i giorni, nei nostri luoghi di residenza o di lavoro. 

Per accedere ad informazioni sui corretti comportamenti da adottare, consulta la sezione di protezione civile a ciò dedicata.


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