Page 6 - Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta
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IN SINTESI: QUALI SCENARI FUTURI?
Quanto sono affidabili le previsioni del clima futuro?
Il sistema climatico terrestre è estremamente complesso e c’è grande incertezza sulle politiche future di mitigazione
delle emissioni di gas a effetto serra. Tutto questo rende molto difficile la previsione del clima futuro. Nonostante questo,
i modelli climatici e gli scenari di emissione attuali consentono di stimare le più probabili condizioni climatiche future
e di caratterizzarne l’incertezza. Con questi modelli è possibile descrivere le condizioni medie di un periodo futuro di
riferimento, generalmente un trentennio.
Come cambierà il clima in Valle d’Aosta?
La tendenza al riscaldamento osservata negli ultimi decenni continuerà e nel 2035 le temperature medie annue
aumenteranno di +1°C/+1.2°C rispetto al periodo 1980-2010. A metà secolo si attende un incremento compreso tra
+1.1°C e +2°C, fino ad arrivare, a fine secolo, a +1.0°C secondo lo scenario basato su una forte mitigazione delle emis-
sioni di gas a effetto serra (RCP2.6) e a +4.1°C secondo lo scenario che prevede un continuo aumento delle emissioni
(RCP8.5). Le stagioni con il riscaldamento maggiore saranno l’estate e l’autunno. Nei mesi invernali è atteso un riscalda-
mento piuttosto omogeneo a tutte le quote, mentre in estate è atteso un riscaldamento maggiore in media e alta montagna.
Per quanto riguarda le precipitazioni, i modelli sono più incerti e variabili. Si prevede che la precipitazione annuale
non cambierà in modo importante (+2%/+5%) rispetto al periodo 1980-2010, mentre si attende una variazione della
distribuzione stagionale delle piogge. A metà secolo (2050) è previsto un aumento del +16%/+21% delle precipitazioni
invernali e del +6%/+9% di quelle autunnali e primaverili, mentre le precipitazioni estive non dovrebbero cambiare.
A fine secolo (2085) è previsto un aumento delle precipitazioni invernali, autunnali e primaverili compreso tra +5% e
+29% e, secondo lo scenario RCP8.5, una riduzione delle precipitazioni estive del -24% con un’incertezza compresa
tra -59%/+10%. L’incremento di precipitazione invernale avverrà in un contesto di temperature più elevate e quindi
si prevede che le precipitazioni nevose si ridurranno a favore delle precipitazioni liquide soprattutto al di sotto dei
2000/2300 m slm.
Il cambiamento climatico causerà la variazione della curva di distribuzione delle temperature e delle precipitazioni
medie giornaliere, con una possibile modifica anche della probabilità degli eventi estremi: è attesa, ad esempio, una ridu-
zione del numero di giornate con temperatura massima minore di 0°C, un aumento delle ondate di calore ed un’intensifi-
cazione dei temporali.
Avremo meno neve?
Sì, soprattutto sotto i 2000/2500 m di quota. Nei prossimi decenni è prevista una riduzione della durata della neve al
suolo, in particolare in fondo valle ed in media montagna, così come sui versanti soleggiati. In fondo valle, a fine secolo,
si avranno tra 25 e 45 giorni in meno di neve rispetto al periodo 1973-2013. Al 2050, è prevista una riduzione di 15-20
giorni a 2000 m slm e di 10-15 giorni a 2500 m slm. Le precipitazioni nevose invernali potrebbero ridursi del 25-45% a
fine secolo. Tali riduzioni saranno dell’80% nel fondo valle e trascurabili ad alta quota (> 2700 m slm). In media montagna
(1500 m) è attesa una riduzione dell’altezza media del manto nevoso del 25-32%.
E’ attesa anche una riduzione della riserva idrica contenuta nella neve (SWE). Secondo lo scenario intermedio si
prevede, a partire dal 2050 e fino a fine secolo, una riduzione del 20-30% ed un anticipo della fase di fusione di circa un
mese. Utilizzando lo scenario più pessimistico (RCP8.5), si prevedono riduzioni maggiori a fine secolo (pari a circa 30-
50%) e un anticipo di due mesi del periodo di fusione.
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