Page 7 - Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta
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Cosa accadrà ai ghiacciai?

                Continueranno a fondere e quindi a ritirarsi. Molti ghiacciai sotto i 3000/3500 m di quota scompariranno, causando una

            profonda modificazione dei paesaggi e impatti sugli ecosistemi. Nei prossimi decenni (2020-2040) scompariranno le ultime por-
            zioni dei ghiacciai alle quote minori e si perderà circa il 25/30% della riserva idrica residua contenuta nei ghiacciai. A partire dal
            2040, quando saranno rimaste solo le porzioni dei ghiacciai alle quote più alte (sopra i 3000/3500 m), lo scenario di mitigazione

            (RCP2.6) prospetta una riduzione del tasso di perdita fino a raggiungere un valore di plateau intorno al 2060, mentre lo scenario ba-

            sato su un continuo aumento delle emissioni (RCP8.5) prevede un tasso di perdita di ghiaccio pressoché costante fino a fine secolo.

            Cambierà la portata d’acqua nei torrenti?


                Sì, soprattutto cambierà la distribuzione stagionale delle disponibilità idrica nelle acque superficiali e sotterranee: più
            acqua in autunno e inverno e meno acqua in estate. Le magre saranno più frequenti ed intense e aumenterà la temperatura
            dell’acqua, con conseguenze importanti sugli usi, sulla protezione contro le piene e sull’ecologia delle acque. I cambia-
            menti attesi sono variabili tra un torrente e l’altro e dipenderanno dalle caratteristiche dei singoli bacini: estensione, quota,
            pendenza, esposizione e superficie glacializzata. Insieme a questi fattori principali, giocheranno  un ruolo non trascurabile

            anche le caratteristiche geologiche, le dinamiche della vegetazione ed ovviamente gli usi umani. Nei tratti iniziali dei tor-
            renti delle vallate laterali (soprattutto in media ed alta Valle), nei torrenti minori caratterizzati da quote elevate e nel tratto
            della Dora Baltea compreso tra Courmayeur e Aosta sono attesi: i) aumento delle portate autunnali ed invernali, ii) anti-
            cipo della fase di morbida e del periodo di portata massima (15/45 giorni) e iii) riduzione delle portate estive (-30/60%).
            Nei  torrenti delle vallate minori a bassa quota e privi di apparati glaciali importanti, nelle porzioni terminali dei torrenti
            delle valli laterali (soprattutto in bassa Valle) e nel tratto della Dora Baltea a valle di Aosta, sono invece attesi impatti
            minori e variabili in funzione degli scenari considerati: una limitata riduzione delle portate estive (± 10-30%), trascurabili
            variazioni della fase di morbida ed un aumento delle portate invernali (+20/40%).

            Quindi diminuirà il rischio alluvioni?

                No. Sia nei torrenti di montagna (regimi nivo-glaciali) che in quelli di fondovalle e bassa quota (regimi nivo-
            pluviali) si attende un aumento dei superamenti delle soglie di allerta per il rischio piene: il numero di giorni in
            allerta gialla e arancione aumenterà di 3/4 volte; il numero di giorni in allerta rossa aumenterà di 2/3 volte. L’au-
            mento si verificherà già nel prossimo futuro (2035) e si intensificherà a metà e fine secolo.

            Aumenterà il fabbisogno irriguo?

                Si attende un aumento della frequenza e dell’intensità del rischio di siccità, specialmente durante l’estate e l’autunno.
            Un indicatore utile a stimare il rischio di siccità è il bilancio idrico estivo, cioè il bilancio tra precipitazioni (P) ed eva-
            potraspirazione potenziale (ETP, ovvero l’insieme della traspirazione dell’acqua dalle piante verso l’atmosfera e dell’e-
            vaporazione dell’acqua dai suoli verso l’atmosfera). Il bilancio idrico estivo può essere inteso come un’approssimazione
            del fabbisogno irriguo di una coltura. Una riduzione del bilancio idrico estivo si traduce in un aumento della necessità di

            acqua per l’irrigazione. Nei prossimi decenni è prevista una significativa riduzione del bilancio idrico estivo (tra -14% e
            -40%) a tutte le fasce di quota e secondo tutti gli scenari. La fascia di quota che sarà maggiormente impattata è quella della
            media montagna dove sono attese riduzioni del bilancio idrico estivo comprese tra il 40% e il 60%.


            Non sono un po’ catastrofiste queste previsioni?

                No. Le analisi si basano sui risultati di un insieme dei più recenti modelli climatici sviluppati dalla comunità scientifi-

            ca a partire dai quali è possibile stimare gli impatti previsti e la loro incertezza. L’entità di tali impatti dipenderà soprattut-

            to dall’evoluzione della concentrazione atmosferica di CO2 e degli altri gas a effetto serra, che a sua volta sarà determinata
            dalle azioni di mitigazione, di riduzione delle emissioni e di decarbonizzazione dell’economia condotte a livello globale,
            nazionale e locale. In assenza di azioni di mitigazione, gli impatti sul territorio regionale saranno enormemente maggiori

            di quelli che si verificheranno se si raggiungessero emissioni nette-zero entro il 2050.









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