Page 26 - Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta
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5. PORTATE




            Gli impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico e sulle portate dei torrenti delle aree di monta-
            gna sono principalmente determinati dai fattori trattati nelle sezioni precedenti: i) aumento della temperatu-
            ra ii) variazione della distribuzione stagionale delle precipitazioni, iii) riduzione delle precipitazioni nevose
            e iv) riduzione dei ghiacciai. Altri fattori naturali, a loro volta influenzati dai cambiamenti climatici, come


            la relazione tra flussi di evapotraspirazione e le dinamiche spaziali e temporali della vegetazione (estensio-
            ne della copertura forestale, durata della stagione vegetativa, tra gli altri) possono avere impatti sui regimi
            idrologici in montagna. Insieme a questi processi naturali, la portata dei torrenti di montagna è ovviamente
            determinata dai diversi utilizzi umani (potabile, agricolo, idroelettrico, ricreativo, industriale). Come i pro-
            cessi naturali, anche le attività umane che interagiscono con l’uso dell’acqua possono e saranno in futuro

            sempre maggiormente influenzate dai cambiamenti climatici (es. produzione di energia da fonti rinnovabili,
            frequentazione turistica, dinamiche urbanistiche, sviluppo delle attività agricole, tra gli altri).

                E’ fondamentale partire da questo complesso quadro di interazioni per comprendere e prevedere come i

            cambiamenti climatici influenzeranno il regime idrologico regionale e per valutare la vulnerabilità dei sistemi
            socio-ecologici a tali variazioni. Inoltre è necessario tenere a mente che tali processi sono caratterizzati da
            un’elevata variabilità spaziale e dalla forte influenza determinata dalle caratteristiche specifiche dei singoli



            bacini idrografici. Considerando sia la natura preliminare degli studi da cui prende origine questo documen-
            to (cfr. sezione 1), sia alcune limitazioni oggettive degli scenari climatici disponibili e dell’applicabilità di
            tecniche di downscaling sul territorio regionale, è per il momento impossibile riuscire ad arrivare ad una
            descrizione delle variazioni dei regimi idrologici di ogni bacino regionale. Tutti i risultati presentati in questa

            sezione si riferiscono quindi a situazioni considerate rappresentative di contesti più diffusi a livello regionale.

                Le analisi sono state condotte per due tipologie di regimi di deflusso: i) nivo-glaciale (caratterizzato da

            valori massimi di portata nei mesi estivi, maggio-settembre, a causa della forte influenza delle dinamiche di
            fusione di neve e ghiaccio) e ii) pluviale o nivo-pluviale (caratterizzato da valori massimi di portata in tardo
            inverno inizio primavera e in tardo autunno a causa della forte influenza delle dinamiche di precipitazione).

            Il regime nivo-glaciale è tipico dei bacini a quota maggiore e del tratto “montano” della Dora Baltea, mentre
            quello pluviale o nivo-pluviale è tipico del fondo valle e dei bacini a quota minore.


                Due sono le prospettive principali e più importanti da cui inquadrare gli effetti dei cambiamenti climatici
            sulle risorse idriche alpine: il concetto di “peak water” e la variazione dei regimi idrologici, ed in particolare
            la transizione da regimi nivo-glaciali a regimi nivo-pluviali.

            Peak water

            Con peak water si intende il fenomeno di aumento transitorio e temporaneo (10/15 anni) della portata dei
            torrenti alpini (specialmente in primavera ed estate) causata dall’incremento della fusione dei ghiacciai. Du-

            rante il ritiro dei ghiacciai, il deflusso aumenta in un primo momento per poi diminuire quando il ghiacciaio
            si estingue o si ritira a quote talmente elevate da non subire fusione. Il periodo del peak water è variabile
            tra le diverse catene montuose mondiali ed è stato analizzato in studi recenti (Huss et al. 2018): si stima che
            nelle Alpi europee sia già stato raggiunto per il 40/60% dei bacini glaciali.

                La figura 5.1 mostra il confronto tra il deflusso glaciale attuale e quello previsto per i prossimi decenni


            del ghiacciaio del Timorion (come esempio, cfr. figura 4.1) e del totale dei ghiacciai valdostani. Per quanto


            riguarda il ghiacciaio del Timorion, i deflussi glaciali attuali sono dati misurati (bilancio di massa) che si









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