Page 22 - Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta
P. 22
4. GHIACCIAI
La riduzione dei ghiacciai è certamente una tra le più eloquenti ed impressionanti testimonianze
naturali dell’effetto dei cambiamenti climatici sull’ambiente alpino. L’analisi delle serie storiche
e più recentemente l’utilizzo dei dati satellitari, mostrano che nel corso degli ultimi 150 anni, le
Alpi hanno perso una porzione importante della loro superficie glaciale con una accelerazione si-
gnificativa a partire dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso. In particolare, dal culmine della
cosiddetta Piccola Età Glaciale (1450-1850 circa), la perdita areale complessiva dei ghiacciai al-
pini è stata del 35% dal 1850 fino al 1975 e quasi del 50% fino all’anno 2000 (Zemp et al. 2006).
In termini volumetrici (km3 di ghiaccio) tra il 1980 ed il 2018 i ghiacciai alpini hanno perso 45±5
km3 di ghiaccio con una media sull’intero periodo di circa 1 km3/anno. Tuttavia i dati mostrano
che circa 30 dei 45 km3 totali sono stati persi dopo l’anno 2000, quindi ad una velocità doppia
rispetto al ventennio precedente (2 km3/anno) (Haeberli et al. 2019). In Valle d’Aosta, nel corso
degli ultimi 20 anni, la superficie glaciale è passata dai 154 km2 del 1999 ai 120 km2 del 2019
(fonte: Fondazione Montagna Sicura, Catasto dei Ghiacciai Valdostani).
Molte attività di monitoraggio e studio dei ghiacciai sono state condotte negli ultimi anni in
Regione, soprattutto nell’ambito della Cabina di Regia dei Ghiacciai Valdostani. Tra queste, le mi-
sure del bilancio di massa hanno consentito di monitorare, analizzare e comprendere le dinamiche
di fusione di alcuni ghiacciai regionali. Il bilancio di massa annuale è un indicatore dello stato di
salute di un ghiacciaio. Un bilancio negativo indica un ghiacciaio che perde massa: la quantità di
ghiaccio che si genera durante l’inverno è minore della quantità di ghiaccio persa durante la fusio-
ne estiva. In figura 4.1 è riportata una delle serie di misura più lunghe a livello regionale relativa
al Ghiacciaio del Timorion in Valsavarenche: la maggior parte delle barre relative al bilancio an-
nuale del periodo 2001-2019 sono rosse ad indicare che il ghiacciaio ha perso massa tutti gli anni
a partire dal 2003. I bilanci negativi sono causati da anni con elevate temperature estive che hanno
favorito la fusione, da anni con ridotte precipitazioni invernali che hanno limitato l’accumulo o
dalla concomitante occorrenza di entrambi i fenomeni.
La catena alpina è considerata la “water tower” d’Europa, ovvero una riserva di acqua strategi-
ca, che alimenta i principali corsi d’acqua europei e sostenta milioni di persone. Anche se la neve
costituisce il principale serbatoio di questa riserva, i ghiacciai giocano un ruolo molto importante
perché rilasciano acqua nella seconda metà della stagione estiva (normalmente nei mesi di agosto
e settembre) quando il contributo della fusione nivale diminuisce drasticamente ed il fabbisogno
di acqua è massimo a causa della calura estiva.
In Valle d’Aosta si stima che il volume totale di acqua stoccato nei ghiacciai della regione sia
pari a circa 3700/4200 Mm3 (periodo 2010-2015). La differenza tra i due valori deriva dai diversi
modelli utilizzati per la stima e dai diversi periodi di riferimento. Tale valore di assume particolare
significato se confrontato allo stock idrico medio immagazzinato nella neve a massimo accumulo
pari a 1120±370 Mm3 come riportato nella sezione 3. La quantità d’acqua rimasta nei ghiacciai
regionali è pari a circa 3/3.5 volte la quantità d’acqua stoccata nelle neve ogni anno a fine inverno.
METEO
22