Page 28 - Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta
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Dai risultati mostrati in figura 5.1 si può quindi concludere che il “peak water” sia già avvenuto nella

            Regione, presumibilmente negli ultimi decenni, cioè nel periodo in cui si è osservata la massima riduzione

            della superficie glaciale. Questo risultato conferma quanto ipotizzato da studi indipendenti sul tema (Huss
            et al. 2018).



            Regimi idrologici

            Per quanto riguarda la variazione dei regimi idrologici si attendono risposte diverse dai corpi idrici carat-
            terizzati da un regime nivo-glaciale rispetto a quelli con regime nivo-pluviale.

                Per  i  regimi  nivo-glaciali  sono  attesi:  i)  aumento  delle  portate  autunnali  ed  invernali,  ii)  antici-
            po della fase di morbida e del periodo di portata massima e iii) riduzione delle portate estive. L’inten-
            sità  di  tali  variazioni  dipende  in  primis  da  caratteristiche  dei  singoli  bacini  come  estensione,  quota,
            pendenza,  esposizione  ed  estensione  della  superficie  glacializzata.  Insieme  a  questi  fattori  principali,

            possono giocare un ruolo non trascurabile anche le caratteristiche geologiche, le dinamiche della vege-
            tazione ed ovviamente gli usi umani. I corsi d’acqua regionali che appartengono a questa categoria sono
            le  porzioni  sommitali  dei  torrenti  delle  vallate  laterali  (soprattutto  in  media  ed  alta  Valle),  i  torren-
            ti minori caratterizzati da quote elevate e il tratto della Dora Baltea compreso tra Courmayeur e Aosta.

                Come esempio di un bacino di alta montagna e con un’importante estensione della superfi cie glacializ-
            zata, la figura 5.2 mostra gli scenari di evoluzione futura del regime idrologico del torrente Rutor all’altezza

            di La Thuile. Al 2035, le differenze tra scenari sono contenute e si prevede un moderato aumento delle por-

            tate invernali ed autunnali, un anticipo della fase di morbida compreso tra 15 e 30 giorni ed una riduzione

            del 15-20% delle portate da giugno a settembre. Al 2050 le differenze tra scenari aumentano e la riduzione
            delle portate tardo estive (luglio-settembre) passa da 15-20% secondo RCP2.6 a 40-50% secondo RCP8.5.

            Al 2085 si verificano gli impatti più forti e si osservano le maggiori differenze tra RCP: secondo RCP2.6 e


            4.5 si verificheranno aumenti limitati delle portate invernali, un anticipo della fase di morbida di 30 gior-
            ni (da maggio-giugno ad aprile-maggio) ed una riduzione delle portate estive (giugno-settembre) del 20-
            30%. Secondo lo scenario RCP8.5 invece, gli aumenti delle portate invernali sarebbero maggiori (10-30%),
            l’anticipo della fase di morbida sarebbe di quasi 2 mesi (da metà maggio ad inizio aprile) e si ridurrebbe
            fortemente la portata estiva: -40-60% tra giugno e luglio e -60-70% tra agosto e settembre, mesi in cui si
            avrebbero le portate attualmente presenti in alveo nel mese di febbraio.

                Per i corpi idrici con regime nivo-pluviale sono invece attesi impatti minori: una limitata riduzione delle
            portate estive, trascurabili variazioni della fase di morbida ed un aumento delle portate invernali. I corsi
            d’acqua regionali che appartengono a questa categoria sono i torrenti delle vallate minori a quota inferiore
            e privi di apparati glaciali importanti, le porzioni terminali dei torrenti delle valli laterali (soprattutto in
            bassa Valle) e il tratto della Dora Baltea a valle di Aosta. Come esempio delle variazioni di regime attese per

            questa tipologia di corpi idrici, la figura 5.3 mostra gli scenari di evoluzione della Dora Baltea all’altezza di
            Pont-Saint-Martin.

                Al 2035, le differenze tra scenari sono contenute e si prevede un aumento di circa 20-30% delle portate

            tardo autunnali (ottobre-dicembre). Anche in questo caso, le differenze tra scenari si enfatizzano a partire dal

            2050, periodo in cui  è atteso un aumento del 20-40% delle portate autunnali ed invernali (ottobre-marzo),
            un anticipo (da aprile a marzo) ed una maggior durata della fase di morbida.














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