Page 13 - Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta
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Considerando la distribuzione stagionale della temperatura, l’aumento medio di temperatura previsto al
            2035 varia tra +0.7°C/+1.2°C nei mesi invernali e +1.3°C/+1.7°C nei mesi estivi, rispetto al periodo 1980-

            2010. E’ a partire da metà secolo (2050) che si evidenziano le differenze tra scenari. Secondo RCP2.6, si
            stima un aumento delle temperature invernali di +0.8°C (+0.5°C/+1.2°C) e di +1.4°C (+0.9°C/+3.0°C) di
            quelle estive. RCP8.5 invece prevede aumenti molto più forti: +1.8°C (+1.4°C/+2.5°C) in inverno e +2.6°C
            (+1.7°C/+4.5°C) in estate. Aumenti intermedi sono attesi in primavera e autunno da entrambi gli scenari. A

            fine secolo secondo RCP2.6 prevede una stabilizzazione delle temperature in conseguenza ad una riduzione
            dei gas a effetto serra in atmosfera. RCP8.5 invece prevede aumenti elevatissimi: +3.7°C (+3.0°C/+4.9°C)

            in inverno e +5.2°C (+3.7°C/+8.3°C) in estate.

                La figura 2.2 mostra la variazione di temperatura prevista a diverse fasce altitudinali per gli scenari di

            emissione RCP2.6 ed RCP8.5 nei fondo valle (al di sotto di 1000 m slm), in media montagna (1000-2000 m
            slm) ed in alta montagna (sopra i 2000 m slm). Per entrambi gli scenari di emissione, non sono previste forti

            differenze di riscaldamento lungo il gradiente altitudinale nei mesi invernali: ogni fascia di quota si scalderà
            in modo simile. In estate invece è atteso un riscaldamento maggiore in media ed alta montagna. Secondo
            lo scenario RCP2.6 l’aumento di temperatura si realizzerà entro il 2035, a tutte le quote, e non aumenterà
            ulteriormente nel corso del secolo. Al contrario, secondo RCP8.5, l’aumento delle temperature proseguirà
            con il tempo e sarà più intenso a media e alta quota. In estate in particolare, è previsto un innalzamento della
            quota dell’isoterma zero di 300/400 m, che passerà dai circa 3800 m slm attuali a circa 4100/4200 m slm nel
            2050 (l’isoterma zero è la quota limite del gelo e può essere mappata come una linea al di sotto della quale
            le temperature sono superiori a 0°C e al di sopra della quale le temperature sono inferiori a 0°C) .









































            Fig. 2.2. Variazione delle temperature medie estive (montagne verdi) ed invernali (montagne azzurre) per (i) tre periodi futuri (2035,
            2060 e 2085), (ii) su tre fasce di quota (fondovalle, media montagna ed alta montagna) e (iii) per gli scenari di emissione RCP2.6 (in
            alto) ed RCP8.5 (in basso). I punti ed i segmenti orizzontali rappresentano la media e la variabilità del riscaldamento previsto dai di-
            versi modelli climatici utilizzati. Le linee grigie verticali rappresentano i valori medi per quella fascia di quota nel periodo 1980-2010.
            Le cifre in nero si riferiscono al valore medio in °C nel 2050. Fonte: CH2018 Project Team (2018).









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