Page 16 - Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta
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A fine secolo (2085) è previsto un aumento del +19%/+29% delle precipitazioni invernali e del
+5%/+12% di quelle autunnali e primaverili. Lo scenario RCP8.5 prevede una riduzione delle preci-
pitazioni estive del -24% con un’incertezza compresa tra -59%/+10%. Lo scenario RCP2.6 invece non
prevede variazioni della precipitazione estiva né al 2050 né al 2085.
Fig. 2.5. Variazione della precipitazione stagionale rispetto al periodo 1980-2010. I punti bianchi e le barre colorate rappresentano ri-
spettivamente la mediana e la variabilità (quantile 10 e quantile 90) della variazione di precipitazione stimate dall’insieme dei modelli
climatici considerati (allegato 1) e dagli scenari di emissione RCP2.6 (blu) e RCP8.5 (rosso). Fonte: CH2018 Project Team (2018).
La figura 2.6 illustra la variazione delle precipitazioni in funzione della quota per l’estate e l’inverno. La
riduzione delle precipitazioni estive sarà piuttosto omogenea dal fondovalle fino all’alta montagna (in media
da -5% a -10% per RCP2.6 ed RCP8.5 rispettivamente) diventando progressivamente più forte dal 2035
fino a fine secolo per l’RCP8.5. Una riduzione delle precipitazioni estive, accompagnata da un aumento
delle temperature, si tradurrà possibilmente in una riduzione del bilancio idrico estivo che potrebbe causare
fenomeni di siccità (sezione 7).
Per quanto riguarda il periodo invernale, si prevede un aumento delle precipitazioni a tutte le quote con
percentuali variabili tra il 10 ed il 15% leggermente più marcate per RCP8.5 soprattutto alle quote più basse.
È importante sottolineare che tale aumento di precipitazione invernale avverrà in un contesto di temperature
più elevate e quindi si prevede che le precipitazioni nevose si ridurranno a favore delle precipitazioni liquide
soprattutto a bassa quota. A 1600 m slm per esempio, si prevede che il numero totale di giornate invernali
con precipitazioni nevose si ridurrà del 20/25% già nel 2035 (passando da 29 a 23 giorni) e del 30/35%
nel 2050. Una riduzione simile avverrà a 2000 m, mentre sarà minore a quote maggiori: 9/14% nel 2035 e
13/22% sopra il 2500 m slm.
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