Page 20 - Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta
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Nei prossimi decenni è prevista un’ulteriore riduzione della neve, soprattutto in fondovalle e in media
montagna e sui versanti soleggiati. In fondovalle, si avranno tra 25 e 45 giorni in meno di neve rispetto al
periodo 1973-2013, a seconda dello scenario climatico. Al 2050 a 2000 m slm, è prevista una riduzione di
15-20 giorni nella durata della neve naturale e di 10-15 giorni a 2500 m slm. Le precipitazioni nevose inver-
nali potrebbero ridursi del 25-45% a fine secolo secondo gli scenari RCP4.5 e RCP8.5. Tali riduzioni saranno
dell’80% nel fondovalle e trascurabili ad alta quota (> 2700 m slm, Frei et al. 2018). Le nevicate intense si
ridurranno meno rispetto alle nevicate “normali” (cm al giorno vicini alla media storica): la quantità di neve
che cadrà durante le giornate di nevicate intense diminuirà meno della quantità di neve che cadrà durante le
nevicate “normali” e in alcune aree o alle quote più elevate potrebbe addirittura aumentare (Frei et al. 2018).
In media montagna (1500 m slm, Verfaille et al. 2018) è attesa una riduzione dell’altezza media del manto
nevoso del 25-32%. La riduzione della neve prevista utilizzando i tre diversi scenari di emissione (RCP2.6,
4.5 e 8.5) non mostra significative differenze fino al 2050, mentre nella seconda parte del secolo si prevedono
impatti molto più forti per gli scenari RCP4.5 e RCP8.5 rispetto allo scenario RCP2.6. Ogni scenario mostra
un incremento pronunciato della variabilità interannuale (alternarsi di anni nevosi e anni con poca neve) e un
trend a lungo termine di riduzione dell’innevamento (Verfaille et al. 2018).
In conseguenza di quanto esposto, è prevista anche una riduzione della riserva idrica contenuta nella neve
(SWE), soprattutto alle quote minori di 2000 m, ed un anticipo del periodo di inizio della morbida idrografica
(aumento stagionale della portata di un fiume generato dal picco di fusione della neve). In Valle d’Aosta, nel
periodo 2000-2019, la quantità massima di acqua disponibile stoccata sotto forma di neve (SWEmax) alla
fine della fase di accumulo invernale (aprile-maggio) è risultata essere mediamente pari a 1120±370 Mm3 di
acqua (figura 3.2). Secondo lo scenario intermedio (RCP4.5) si prevede a partire dal 2050 e fino a fine secolo
una riduzione del 20-30% di questi valori ed un anticipo della fase di fusione di circa un mese. Una riduzione
di questo tipo risulterebbe in valori di SWEmax pari a 750-950 Mm3 di acqua, avvicinandosi ai valori osser-
vati nel ventennio 2000-2019 in anni particolarmente poveri di neve come il 2006, 2007 o il 2011.
Utilizzando lo scenario RCP8.5, si ottengono riduzioni maggiori a fine secolo (pari a circa 30-50%) e un
anticipo di due mesi del periodo di fusione. Una tale riduzione implicherebbe valori di SWEmax pari a circa
550-750 Mm3 di acqua, volumi mai osservati nel periodo 2000-2019.
L’aumento di SWE nei mesi invernali, previsto dallo scenario RCP2.6, potrebbe essere il risultato con-
giunto del limitato aumento delle temperature e dell’incremento delle precipitazioni invernali (cfr. sezione 2).
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