Page 19 - Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta
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3. NEVE





            L’impatto che l’aumento della temperatura e il cambiamento delle precipitazioni  possono avere sulla neve e
            sulla criosfera in generale, rappresenta uno dei processi principali attraverso i quali si manifesta la maggior
            vulnerabilità delle aree alpine al cambiamento climatico. La presenza della neve è infatti una delle caratteri-

            stiche distintive della montagna. Inoltre, la neve influenza in modo profondo il funzionamento degli ecosiste-


            mi, rappresenta un’importante riserva d’acqua ed esemplifica in modo efficace l’insieme di complesse rela-

            zioni tra ambiente naturale ed attività umane che tanto profondamente caratterizza le comunità di montagna.
                Il cambiamento del clima, osservato negli ultimi decenni, ha già modificato gli accumuli nevosi e la du-

            rata della neve al suolo; tali impatti aumenteranno in futuro. Dagli anni ’70 nelle Alpi settentrionali, la durata
            della copertura nevosa tra 1100 m e 2500 m è diminuita di 5 settimane (Marty et al. 2017, Matiu et al. 2021).
            In Valle d’Aosta, una delle più lunghe serie di misura della neve (1927-2018) è stata realizzata presso la diga

            del lago di Cignana (2150 m slm, figura 3.1): nel periodo 2000-2015 l’altezza massima della neve è diminuita
            del 37% rispetto al periodo 1961-1990 seguendo, dal 1961, un trend di decrescita del 12% ogni 10 anni.
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            Fig. 3.1. Variazione percentuale dell’altezza massima della neve nel periodo 1927-2015 rispetto alla media 1961-1990 al Lago di Ci-
            gnana (2150 m slm). La linea nera inclinata indica il trend di riduzione osservato nel periodo 1961-2015, pari al 12.03% ogni 10 anni.
            (Dati forniti da C.V.A. S.p.A.).

                L’aumento delle temperature agisce sulla neve attraverso tre processi principali: i) aumento della quota
            delle nevicate che si traduce in una riduzione delle giornate con precipitazione nevose (cfr. sezione 2) e
            quindi degli accumuli di neve al suolo ii) aumento della frequenza delle giornate in cui piove sulla neve (rain
            on snow events), che causano episodi di fusione anticipata durante i mesi invernali a causa sia dell’apporto
            di precipitazione liquida che dell’effetto delle condizioni atmosferiche più calde e iii) accelerazione della

            fusione durante la primavera e l’estate in alta montagna.










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