Page 33 - Impatti dei cambiamenti climatici sul regime idrologico della Valle d'Aosta
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6. RISCHIO IDRAULICO





            Le premesse e gli obiettivi di questo documento non consentono una trattazione esaustiva delle interazioni tra
            cambiamenti climatici e rischio idrologico ed idrogeologico a livello regionale. Una breve sintesi e le racco-
            mandazioni emerse nel corso di numerosi confronti tra ricercatori, stakeholders e professionisti della montagna
            nell’area dell’Espace Mont-Blanc possono essere trovate nel Rapport Climat del progetto AdaPT Mont-Blanc.
            Per poter approfondire tale argomento nel prossimo futuro sarà necessario sviluppare una strategia che integri

            analisi modellistiche, misure in campo, osservazioni a lungo termine e casi di studio oltre a review specifiche.
            In questa sezione saranno presentati, esclusivamente, alcuni scenari di evoluzione del rischio di piene usando
            come casi-studio le stesse tipologie di corpi idrici usate per l’analisi dell’evoluzione dei regimi idrologici (rif.
            Gabellani et al. 2018).



                La definizione del rischio piene è basata sull’utilizzo di modelli specifici e dati rilevati dagli idrometri
            (strumenti che misurano l’altezza di acqua transitante e la relativa portata) che permettono di simulare il com-
            portamento del flusso dell’acqua e stabilire diverse soglie di allerta di tipo semaforico: i) allerta rossa: i feno-

            meni previsti sono molto pericolosi; si tratta di fenomeni di straordinaria entità che colpiscono aree estese del
            territorio, ii) allerta arancione: i fenomeni previsti sono pericolosi; si tratta di fenomeni di grande entità che
            colpiscono aree estese del territorio e iii) allerta gialla: i fenomeni previsti sono potenzialmente pericolosi; si
            tratta di fenomeni che possono colpire piccole aree, anche con intensità significative, oppure, se diffusi sul ter-


            ritorio, non di grande entità.
                Benché le modalità di stima di un’allerta per piene prendano in considerazione più parametri e più stazioni,
            in proiezione come trend futuro è possibile considerare come indicatore il superamento di soglie idrometri-
            che. L’analisi condotta al fine di presentare l’evoluzione futura del rischio di piene quindi è basata sulla stima

            della variazione attesa nel numero di giorni all’anno in cui avvengono superamenti delle soglie di allerta degli

            idrometri. In alta valle, per la Dora Baltea all’altezza di Pré-Saint-Didier, regime nivo-glaciale (figura 6.1), è
            previsto a breve termine (2035) un aumento del 65-105% (da 1.5 a 2.5-3.1 giorni all’anno) per le allerte gialle,
            del 47-110% (da 0.7 a 1-1.4 giorni all’anno) per le allerte arancioni ed una variazione da 1.3 a 1-2 giorni ogni

            10 anni delle allerte rosse. Al 2050 invece, le differenze tra gli scenari diventano maggiori. Secondo RCP2.6, le
            giornate all’anno in allerta gialla passeranno da 1.5 a 2.4 (+54%), quelle in allerta arancione da 0.7 a 1.6 (+47%)

            mentre quelle in allerta rossa non cambieranno. Secondo RCP8.5 invece sono attesi aumenti molto più signifi-
            cativi: da 1.5 a 3.8 giorni all’anno (+148%) per le allerte gialle, da 0.7 a 1.8 (+157%) per le allerte arancioni e

            da 1.3 a 3 giorni ogni 10 anni (+157%) per le allerte rosse. Per fine secolo (2085) le variazioni più importanti si
            vedono considerando RCP8.5 che prevede ulteriori aumenti per ogni livello di allerta  (320%, 270% e 76% ri-
            spettivamente per gialla, arancione e rossa), mentre per gli altri RCP non sono previsti aumenti ulteriori rispetto
            al 2050. In sintesi si stima, per l’alta valle, che le allerte gialle e arancione possano triplicare o quadruplicare

            mentre quelle rosse raddoppiare entro la fine del secolo.
                Considerando la Dora Baltea a Pont-Saint-Martin, regime nivo-pluviale (fi gura 6.2), il quadro di evoluzio-
            ne peggiora ulteriormente. Si attende, a breve termine (2035), un aumento del 73-76% (da 3.6 a 6.2-6.3 giorni
            all’anno) per le allerte gialle, del 87-113% (da 1.4 a 2.6-2.9 giorni all’anno) per le allerte arancioni ed una va-
            riazione da 4 a 7-8 giorni ogni 10 anni in allerta rossa. Al 2050, secondo lo scenario di forte mitigazione delle
            emissioni (RCP2.6), le giornate all’anno in allerta gialla passeranno da 3.6 a 7.1 (+100%), quelle in allerta aran-
            cione da 1.4 a 3.1 (+120%) mentre quelle in allerta rossa passeranno da 4 a 11 ogni 10 anni (+155%). Secondo
            lo scenario basato su un continuo aumento delle emissioni (RCP8.5) si attendono incrementi ancora maggiori:
            da 3.6 a 8.4 giorni all’anno (+136%) per le allerte gialle, da 1.4 a 3.6 (+160%) allerte arancioni e da 4 a 13 gior-
            ni ogni 10 anni (+202%) per le allerte rosse. Per fine secolo (2085) RCP8.5 prevede ulteriori aumenti per ogni

            livello di allerta  (205%, 264% e 186% rispettivamente per gialla, arancione e rossa), mentre per RCP2.6 non









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