Censimento dei dissesti idrogeologici
Tener conto della memoria storica degli eventi passati per progettare il futuro
La memoria storica degli eventi passati è fondamentale per prevenire i danni di eventi futuri.
Il catasto dei dissesti è infatti uno dei tasselli fondamentali per la costruzione delle cartografie di pericolosità.
Ma il catasto degli eventi storici consente al cittadino di non dimenticare quanto è già successo in epoche e anni precedenti e di riportare alla luce buone pratiche di gestione del territorio ed evitare comportamenti scorretti imparando dagli errori del passato.
Per far ciò è possibile consultare la banca dati dei fenomeni franosi e delle grandi alluvioni del passato, dove è possibile ricercare notizie, visionare la cartografia e le fotografie, scaricare dati ed effettuare segnalazioni per il mantenimento della memoria storica dei fenomeni naturali.
In tale catasto sono confluiti anche i dati censiti nell’ambito del Progetto IFFI (Inventario dei fenomeni franosi in Italia) di cui si fornisce una descrizione nei paragrafi seguenti oltre che i documenti di progetto scaricabili nel box rosso laterale.
Nell’ambito della conoscenza del territorio al fine di prevenire, mitigare e ridurre il rischio idrogeologico che interessa diffusamente il territorio valdostano e interferisce frequentemente con attività e strutture antropiche, la Regione Valle ha creato e implementato opportune banche dati; si è operato in tal senso su due fronti: da un lato, a partire dagli anni ’90, è stato realizzato un progetto embrionale di un Catasto dissesti Regionale in sola versione alfanumerica, poi integrata, a seguito dell’evento alluvionale dell’ottobre 2000, da una versione cartografica; a partire dal 2000, la regione ha, poi, aderito all’attività di censimento dei dissesti sul territorio promossa dal Comitato dei Ministri per la difesa del suolo ex lege 183/89 finalizzata alla realizzazione dell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (IFFI).
Il Catasto dissesti Regionale nasce per catalogare e censire tutti i fenomeni di natura idrogeologica di cui si può avere notizia; a partire dagli anni ’90 inizia la raccolta dati da archivi quali CNR-IRPI di Torino, biblioteche comunali, biblioteca regionale con particolare riferimento al Fondo Valdostano, archivi comunali, archivi notarili del ‘700, compilando opportune schede cartacee.
A partire dal 2000 la Società Data Vision S.r.l (oggi confluita in INVA S.p.A.) sviluppa un programma per il Servizio Cartografia e Assetto Idrogeologico della Regione Autonoma Valle d'Aosta al fine di gestire meglio l'informatizzazione delle schede cartacee in possesso dei geologi.
A seguito dell’evento disastroso del 5 maggio 1998, che ha colpito severamente i comuni di Sarno, Siano, Quindici, Bracigliano e S. Felice a Cancello nelle province di Salerno, Avellino e Caserta, che ha determinato un nuovo impulso alle attività di conoscenza, pianificazione territoriale e riduzione del rischio per frane e fenomeni idraulici, coinvolgendo tutte le strutture dello Stato nazionali e locali con competenze nel campo della difesa del suolo, il progetto IFFI costituisce il primo inventario omogeneo e aggiornato dei fenomeni franosi sull'intero territorio nazionale.
La Valle d’Aosta ha aderito a questo progetto a partire dagli anni 2001-2002; si tratta di un prodotto cartografico associato ad un archivio di informazioni alfanumeriche del territorio valdostano secondo le specifiche tecniche richieste da APAT (oggi ISPRA) con integrazioni e delle scelte specifiche operate per meglio adattare il format nazionale alle esigenze regionali.
Nell’ambito di tale Progetto per l’intero territorio regionale è stato realizzato un archivio informatico composto da una parte cartografica alla scala 1:10.000 e da una parte alfanumerica descrittiva organizzata in un database, le cui specifiche di rilievo e implementazioni sono consultabili nel box a lato).
La realizzazione del database è stata curata per la Regione dal Centro Funzionale (ex Servizio Cartografia e assetto idrogeologico) che ha coordinato i lavori col Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Torino tra gli anni 2002 e 2007.
Il progetto ha dapprima sviluppato l’analisi dei settori valdostani non interessati dal Progetto CARG e non coperti dal censimento dei fenomeni franosi dell’evento dell’ottobre 2000 per poi proseguire con la ricerca d’archivio con particolare riferimento a quelli delle Stazioni Forestali ed effettuare, infine, una raccolta dati di fotointerpretazione e di ulteriori dati d’archivio, confronto, integrazione e validazione di tali informazioni con quelle provenienti dal progetto CARG.
I dati sono stati opportunamente validati tramite confronto con dati derivanti da fotointerpretazione e con i dati telerivati "PsInSARTM”.
I dati del Progetto IFFI sono confluiti nel catasto dissesti regionale.
Annualmente il Centro funzionale fornisce un aggiornamento a ISPRA finalizzato alla pubblicazione del rapporto annuale sulle frane in Italia consultabile al seguente link: